Chi non ha mai combinato una marachella?

Durante l’estate, uno dei miei compiti era sorvegliare la cottura del pranzo che mio padre lasciava pronto con le istruzioni. Era abile ai fornelli e non si accontentava della cucina trevigiana di mia madre, lui proveniva dal sud e non voleva staccarsi dalla sue tradizioni, così le combinava: accanto ad un pasticcio color caramello profumato di cannella, ad una parmigiana di melanzane viola, faceva la polenta pronta da tagliare col filo, il pan bugio, le frittelle.
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La cucina, 1948, Pablo Picasso

Tanta era la sua bravura come cuoco, quanta la sua capacità di lasciare la cucina come un campo di battaglia: il tavolo da lavoro disseminato di scarti di verdure, piatti usati, posate, pentole da lavare, schizzi di pomodoro ovunque, pan grattato per terra. A volte capitava che papà decidesse all’ultimo momento che cosa preparare quel giorno e in tal caso si presentava con il necessario e per me non c’era scampo: non solo dovevo fare l’aiuto cuoco, ma sistemare anche quella montagna di stoviglie sporche, fatica che consideravo ingiusta per me e sproporzionata al risultato: un semplice pranzo.
Un giorno si presentò con il suo solito carico di cibo, eravamo solo in quattro e sembrava lavorasse per quaranta: già mi immaginavo mentre contemplavo le bolle di ragù che proiettavano sul muro di piastrelle e sulle mie mani quei minuscoli schizzi di pomodoro misto a olio, che partono a raffica, quasi invisibili e velocissimi.

Quel giorno no: era da tempo che riflettevo sul perché solo a me dovesse capitare in sorte questa incombenza, in fin dei conti c’era anche mio fratello. Ma lui era più piccolo. Quel giorno dimenticai il pranzo sul fuoco e quando i miei arrivarono a casa trovarono pentole annerite e quasi fuse con il contenuto originario, fumo e puzza di bruciato ovunque, la tavola preparata ma il soggiorno impraticabile a causa dell’odore che penetrò perfino negli armadi.


Guardai i miei genitori a testa bassa e da sotto gli occhi ma non era né vergogna né paura della punizione, era solo soddisfazione e non volevo si capisse. Mia madre preparò panini per tutti, mio padre non mi rivolse la parola per due giorni mentre sacramentando aiutava la mamma a pulire e ritinteggiare la cucina, che comunque ne aveva bisogno già da prima del disastro che io avevo combinato.

Rita Papa (Il Portolano)

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