Il frondoso albero dell’Ulisse

Godetevi le gustose giuggiole raccolte dal frondoso albero dell’Ulisse di Joyce:

– La gatta, dopo essersi leccata tutta la pelliccia, tornò sul foglio imbrattato di carne, lo annusò e si avviò sussiegosa alla porta.
– Aspettando che il tè fosse pronto, tolse il bollitore dal fuoco e schiacciò la padella sui carboni accesi e stette a guardare il grumo di burro scivolare e struggersi.

– La sua mano accettò l’umide molle ghiandola e l’infilò in una tasca della giacca. Poi la mano cavò tre monete dalla tasca dei pantaloni e le depose sulle puntine di gomma.
– Mr Leopold Bloom mangiava con gran gusto le interiora di animali e di volatili. Gli piaceva la spessa minestra di rigaglie, gozzi piccanti, un cuore ripieno arrosto, fette di fegato impanate e fritte, uova di merluzzo fritte. Più di tutto gli piacevano i rognoni di castrato alla griglia che gli lasciavano nel palato un fine gusto d’urina leggermente aromatica.
– Guardò i baffi [della gatta] splendere metallici nella debole luce mentre lei annusava tre volte e leccava lievemente.
– Dall’inferriata della cantina veniva fuori a fiotti di molle fortore la birra. Dalla porta aperta il bar sprizzava effluvi di zenzero, polvere di tè, briciole di biscotti.

Dulcis in fundo, un’immagine che non ha a che fare col gusto ma che trovo irresistibile, perciò la aggiungo:

Vedeva già il suo pallido corpo lungo distesi in essa [nell’acqua], nudo, in un grembo di tepore, oleato di liquescente  sapone aromatico, dolcemente lambito dall’acqua. Vedeva il suo torso e le membra semisommerse e sostenute dall’acqua, lievemente galleggianti, giallo-limone: l’ombelico, bocciolo di carne; e vedeva gli scuri riccioli arruffati del pube fluttuanti, fluttuante chioma della corrente attorno al floscio padre di famiglia, languido fiore fiottante.

Vi siete ora convinti dell’importanza dei sensi?


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1 commento su “Il frondoso albero dell’Ulisse”

  1. Eccome. In letteratura hanno lo stesso effetto di una vetrina che mostra ciò che si potrà acquistare e quando arrivano persino gli odori, allora il capolavoro è servito: Signori a tavola! Il pranzo è servito.

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