La scuola di Sara

di Margherita Marzaro (Scavo 2017)
-Mamma, quando andrò a scuola come tutti gli altri bambini? –
-Quando avrai sei anni andrai alla scuola elementare, non ti preoccupare, ogni cosa a suo tempo-. 
E così, Sara si ritrovò a vagabondare tra il piazzale di casa, l’orto del padre, il grande pollaio e la stradina di sassi.
Il 1 Ottobre 1976, una fresca mattina d’autunno, Sara indossò per la prima volta il grembiule blu con il colletto bianco. La cartella marrone in pelle ruvida, che teneva stretta fra la mano, quasi toccava a terra.

-Mamma guarda quanti bambini. E ci sono anche Monica e Fabio- e li salutò tutta eccitata.
Al trillo della campanella, una folla di grembiuli blu col colletto bianco si riversò in cortile, poi sulla scalinata e man mano si dileguò nei meandri della scuola.
 
-Bambini, seduti e composti è ora di cominciare la lezione. Fate silenzio e ascoltate! - 
La maestra Renata era alta, magra, capelli corti e neri; vestiva senza colore e non sorrideva quasi mai.
Ma quando, in seconda elementare, arrivò il giovane maestro Ferruccio Carraro  Lucio per i bambini -, fu per Sara un raggio di sole: di media statura e magro, aveva una folta chioma leonina che gli incorniciava il viso pallido.
Appoggiata la borsa a tracolla di pelle nera sulla cattedra, aspettava che tutti gli scolari si fossero accomodati, poi diceva, con fare gentile: -Buongiorno a tutti, siete pronti a iniziare a scrivere? –
-Sì maestro Lucio siamo pronti! –
-E allora fuori quaderno e matita e cominciate a ricopiare gli esercizi che ora vi scriverò sulla lavagna-.
 Polvere di gesso bianco cominciava a cadere leggera sul pavimento mentre nell’aula calava un silenzio non comandato. 

Durante la ricreazione, Sara giocava vicino al grande Cedro che sapeva di resina, muschio e funghi. 
Ai ragazzini più spavaldi, piaceva arrampicarsi fino ai rami più alti e il maestro da sotto: -Che fate lassù, scendete subito! – una sonora strigliata e via, dopo qualche giorno, nuovamente su quei rami a dimostrare il proprio coraggio.

​-Bambini stamattina andiamo in giro per stradine di campagna. Avete portato i barattolini e il quaderno per gli appunti? Bene, in fila e in marcia-.      
-Maestro ho trovato uno scarabeo! -gridava uno. 
-Io ho rinchiuso nel barattolo un’ape- rispondeva l’altro. 
-Ho preso una coccinella. Ma sa di paglia, come quella della stalla di mio nonno- e tutti a sentire.   
Sara era avvilita perché aveva trovato un bruco verde, peloso e, secondo lei, insignificante.

L’indomani, in classe, i bambini erano pronti con spilli e tavolette di polistirolo per catalogare e classificare gli insetti trovati e metterli nella bacheca che si trovava nell’atrio della scuola.
-Maestro Lucio e io che faccio del mio bruco? – chiese Sara con un filo di voce.
Il maestro con un sorriso le rispose: -Gli costruiremo una casa sicura e aspetteremo-.
Sara lo guardò perplessa.

Il giorno dopo, quando il maestro Lucio spiegò scienze, Sara capì che, tra tutti, lei aveva trovato la creatura più bella. Sotto quel tubicino molliccio e peloso presto sarebbe nata un’elegante farfalla dalle ali bianche e blu.


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