Poche parole per un concetto fondamentale: i sostantivi sono la realtà e l’essere, i verbi sono l’esistere e il movimento.
I verbi caratterizzano l’azione. Il nucleo di qualunque racconto, nel passaggio da una situazione all’altra, sta nell’azione, nel movimento che spartisce il conflitto, nella drammatizzazione di una vicenda, nella soluzione di un problema. Tutto il resto viene dopo.
Henry James scriveva più mostrando che raccontando. Nella prefazione all’edizione newyorkese di Daisy Miller, ai margini delle sue note, lasciò il celebre appunto che sintetizza la filosofia di questo modo di raccontare: «Drammatizzare, drammatizzare!».
Situazione: una coppia si apparta in un bar per parlare dei fatti suoi e desidera non essere disturbata da nessuno. Invece, c’è una cameriera che sembra faccia apposta a rimanere nei paraggi.
Proviamo a cercare un verbo adatto. “La cameriera ci ronzava attorno”.
Se noi usiamo la parola ‘ronzare’ vogliamo dare un preciso significato all’azione. Ronzare è del moscone fastidioso che vorresti solo cacciare (o schiacciare) con la paletta di plastica.
Prova a trovare un altro verbo che renda l’idea del fastidio provocato dalla cameriera ai due amanti che vogliono solo stare lontani da sguardi e ascolti indiscreti.