SECONDA COSA: Il quaderno degli appunti

Il secondo oggetto di cui devi munirti è un quaderno per gli appunti o un sopporto (ipad, portatile ecc.) su cui scrivere.

E ora? A zonzo per la città, alla stazione dei treni o dei bus, o al bar, al cimitero, davanti a una scuola, magari con una barba finta per non venire scambiato per un maniaco spione. Ascolta i discorsi delle persone, come se fossi un turista nella città invisibile di Calvino (che però ora vedi), un emigrato che torna a casa dopo aver fatto tonnellate di gelati in Germania.

Annota, annota, fino a farti venire il callo tra l’indice e il medio. Di giorno e di notte: annota anche i tuoi sogni, i tuoi ricordi. Vedrai che una volta incisa le vena, il flusso delle storie diventerà inarrestabile. Ma non temere nemmeno qui: è un’emorragia vitale. Tutti gli scrittori la invocano. E non solo loro.

Descrivi il tuo personaggio, fisicamente, quel suo modo di muovere le ginocchia mentre cammina, di sollevare la mano quando saluta il giornalaio, la voce a tratti acuta e a tratti baritonale, come si accende una sigaretta per poi lasciarla andare quasi tutta in cenere perché si è incantato a osservare l’idillio di due colombi sul selciato della stazione dei treni.

Questo è il presente del tuo personaggio che chiamerò Romeo.  Ma di Romeo devi possedere tutto il tempo. Non solo il presente ma anche il passato e il futuro.

Romeo, chi è stato? Ha una giacca sformata e quindi vive da solo, in una casa lontano dal centro, con un cane e due galline. È tornato dalla Germania dove ha lavorato per dieci anni, quindici ore al giorno, specialità: gelato al radicchio. Si è sposato con una turca che l’ha lasciato per un malavitoso incallito. Gli è venuta la depressione ed è tornato in Italia dove vive la sorella con i tre figli. Ora fa lunghe passeggiate lungo corso Garibaldi, metodico, in cerca di ispirazione, alle nove del mattino, fuma tre sigarette e guarda gli animali, gli unici che lo capiscano.

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