È tutta una questione di dettagli

Ci sono cimiteri pieni di nomi e volti, la cui vita è stata ricca di dettagli che non hanno raccontato. Perché non vendicarli?
Mettiti alla prova sperimentando un semplice esercizio di scrittura. Snocciola il maggior numero di dettagli che ti passano sotto gli occhi: sbocceranno come per magia mondi altrimenti invisibili.
Curare i dettagli, nelle descrizioni o nei dialoghi, è una tecnica infallibile per rendere la tua narrazione più realistica e trascinare il lettore all’interno del tuo mondo.

Chi scrive deve riprodurre il proprio mondo, riportare alla luce la matita blu col gommino per capoccia, la gomma smangiucchiata dai dentini del figlio, il numero di cugini con cui pranza a Natale, i titoli dei libri rimasti impressi, il temperamatite difettoso che perde polvere e segatura colorata da un lato. E ancora, nell’altra stanza, il fruscio del ferro da stiro della madre sulle lenzuola di cotone, il sottofondo lontanissimo, appena percettibile, della musica che sta ascoltando con l’auricolare, lo sbuffo del ferro a vapore che sembra il sospiro di un condannato.

Un esempio fulminante, dalla grande Wislawa Szymborska

La mano
Ventisette ossa,
trentacinque muscoli,
circa duemila cellule nervose
in ogni polpastrello delle nostre cinque dita.
È più che sufficiente
per scriver Mein Kampf
o Winnie the Pooh

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