Non ci si senta soli

Tra scrittori. – Ti saluto, vado a casa a lavorare. Ho deciso di restare tutto il giorno con le mie idee! – Poveretto, chissà come ti sentirai solo!
Non si è sentita sola, Silvia Battistella, mentre stendeva preziose parole nel suo ultimo libroLa felicità elementare” (Cleup, 2018). E tanto meno soli ci siamo sentiti noi, scorrendo col dito le righe, per paura di perderci anche una sola parola.

Chi può dire cos’è la felicità? E può essere elementare? Di sicuro ‘felicità’ è una parola enorme, che può diventare retorica se non viene trattata con la dovuta cautela. Personalmente mi sono posta il dubbio e ho fatto i miei pensieri.
Ma poi. Ho letto il libro di Silvia.

Vale la pena capire cosa è riuscita a fare Silvia con i suoi protagonisti, che poi sono quasi tutte donne, che non hanno paura di mostrare la loro fragilità e alla fine arrivano a capire qual è il loro posto nel mondo.

Le somigliano ma qui non c’entra l’autobiografia. Assomigliano a Silvia come assomigliano a tutte noi nelle nostre complessità ma anche nella volontà di trovare un equilibrio, nonostante i conflitti, le contraddizioni, le difficoltà. Un punto stabile, un posto tutto nostro che ci confermi per quello che siamo e non per quello che gli altri vorrebbero fossimo.

“Piccole scelte, piccoli passi.” pensa Caterina “Andare avanti. Restare. Avere il coraggio di diventare altro da ciò che ti aspettavi”. O che si aspettavano gli altri?
Cecilia inquieta di tramontane, Effa la cura, la ragazza del Pero spaurita e forte, Anna-genitrice di Padre e Madre e non solo, Caterina.

Prendiamo tutte per mano e loro ci accompagnano lungo le pagine in una narrazione che non stanca mai e che ha un solo difetto: finisce. Mentre tu vorresti leggere ancora e ancora, perché ti fa stare bene e si ha proprio una precisa sensazione, quella. E non so se sia elementare o meno. Ma di certo è felicità.

Bruna Graziani

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