Devi munirti di alcuni oggetti, primo tra questi, gli occhiali dello scrittore.
Vai dal miglior ottico della tua città e chiedigli gli ‘occhiali dello scrittore’. Ogni ottico degno di essere chiamato tale, tiene almeno un paio di questi occhiali in cassaforte. Sono preziosi e hanno un vantaggio: non costano nulla.
Evochiamo un po’ di spiriti. Calvino, ad esempio: “Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose ci si può spingere a cercare quel che c’è sotto. Ma la superficie delle cose è inesauribile”.
E perché inesauribile? Perché basta la superficie a produrre elementi narrativi all’infinito.
Anche tu quindi: parti dalla tua vita, da ciò che sai. È quello il trampolino di lancio. Ma devi renderlo ben saldo, consolidato. Altrimenti rischi di romperti la testa. Sfrutta quello che c’è dentro e fuori di te, l’universo delle tue relazioni. Ogni persona è una città da espugnare. Taglia, cuci, fai ‘copia e incolla’, unisci i pezzi, componi il tuo collage. Picasso ti farà un baffo.
Gianni Celati concorda: “Un’intensa osservazione del mondo esterno ci rende meno apatici (più pazzi o più savi, più allegri o più disperati)”.
Ecco la formula giusta: osservare intensamente il mondo e le persone; non distogliere gli occhi. Gli occhiali dello scrittore servono a diventare un estraneo, un bambino, un turista che vedono un posto per la prima volta. L’impressione sarà di volta in volta incanto, repulsione, attrazione ma mai indifferenza. Il segreto è osservare e cercare di entrare nella profondità di una immagine e cancellare dalla nostra mente il concetto di ‘abitudine’ e di ‘banale’.