– La gatta, dopo essersi leccata tutta la pelliccia, tornò sul foglio imbrattato di carne, lo annusò e si avviò sussiegosa alla porta.
– Aspettando che il tè fosse pronto, tolse il bollitore dal fuoco e schiacciò la padella sui carboni accesi e stette a guardare il grumo di burro scivolare e struggersi.
– Mr Leopold Bloom mangiava con gran gusto le interiora di animali e di volatili. Gli piaceva la spessa minestra di rigaglie, gozzi piccanti, un cuore ripieno arrosto, fette di fegato impanate e fritte, uova di merluzzo fritte. Più di tutto gli piacevano i rognoni di castrato alla griglia che gli lasciavano nel palato un fine gusto d’urina leggermente aromatica.
– Guardò i baffi [della gatta] splendere metallici nella debole luce mentre lei annusava tre volte e leccava lievemente.
– Dall’inferriata della cantina veniva fuori a fiotti di molle fortore la birra. Dalla porta aperta il bar sprizzava effluvi di zenzero, polvere di tè, briciole di biscotti.
Dulcis in fundo, un’immagine che non ha a che fare col gusto ma che trovo irresistibile, perciò la aggiungo:
Vedeva già il suo pallido corpo lungo distesi in essa [nell’acqua], nudo, in un grembo di tepore, oleato di liquescente sapone aromatico, dolcemente lambito dall’acqua. Vedeva il suo torso e le membra semisommerse e sostenute dall’acqua, lievemente galleggianti, giallo-limone: l’ombelico, bocciolo di carne; e vedeva gli scuri riccioli arruffati del pube fluttuanti, fluttuante chioma della corrente attorno al floscio padre di famiglia, languido fiore fiottante.
Vi siete ora convinti dell’importanza dei sensi?
Eccome. In letteratura hanno lo stesso effetto di una vetrina che mostra ciò che si potrà acquistare e quando arrivano persino gli odori, allora il capolavoro è servito: Signori a tavola! Il pranzo è servito.