La voce c’è in ognuno di noi. In qualcuno è tonante, in altri più debole, ma non manca mai. È quella del tuo “io censore”, un tarlo che altri ti hanno inoculato mentre pensavano di renderti il migliore del mondo, qualcuno di cui andare fieri.
È importante che soprattutto nella prima fase della stesura dei tuoi ricordi tu “perda il controllo” e non pensi a come e soprattutto a cosa dovresti scrivere per essere “giusto” perché in questo modo stai ancora alimentando il tuo censore. Ora pensa a te. Non farti schiacciare da valigie di ricordi pesanti e indigesti (per gli altri). Lascia stare remore e sensi di colpa. Carta, penna e pensieri sono solo tuoi, non ci sono chiese o parenti che tengano.
Il lavoro autobiografico ti aiuterà proprio a ridimensionare il censore a vantaggio del tuo “io” più autentico e capace di intrecciare la trama sincera della tua vita.
Rousseau, con le Confessioni, ha inaugurato un nuovo modo di fare autobiografia. Il filosofo-scrittore si impegna a svelare tutto di sé, a costo di raccontare fatti sgradevoli e poco “dignitosi”. Sostiene che la nostra storia è importante non tanto per l’eccezionalità dei fatti vissuti quanto perché è irripetibile e soprattutto unica.
(da Autobiografario® di Bruna Graziani)
STUPENDO!